sabato 7 novembre 2009

REM Sleep and Dreaming: una bella review di J. Allan Hobson.

Al termine del primo periodo della pag. 30, nel box 1.3, dopo le parole "... alla condizione del delirio", potrebbe essere aggiunta questa segnalazione di un bel lavoro recentemente comparso:

Hobson è tornato recentemente sull’argomento proponendo una lucida review dell’argomento (REM sleep and dreaming: towards a theory of protoconsciousness, Nature Reviews Neuroscience, Novembre 2009, pp. 803-813) in cui ha presentato un aggiornamento della teoria generale, ora denominata AIM (activation, input-output gating e modulation – le aree cerebrali e i modulatori neurochimici implicati nella varie fasi del ciclo veglia-sonno rimangono, con qualche affinamento, quelli della teoria classica da lui esposta in molti lavori scientifici negli ultimi anni), e ha sostenuto l’importante teoria che funzione fondamentale del sonno-REM sia quella di consentire il costruirsi di uno stato di coscienza primaria sulla cui base evolverà pian piano la coscienza secondaria e matura dell’adulto. Dopo aver tra l’altro fatto osservare che “quando si sogna, si ha l’impressione di essere padroni degli atti motori sognati, ma basta la riflessione di un momento per accorgersi che questo senso di agenzia volitiva è tanto illusorio quanto il nostro senso di libero arbitrio da svegli” [pg. 808], conclude sottolineando che il sonno-REM può essere considerato come una sorta di generatore di mondi di realtà virtuale: una preparazione alla vita reale da svegli come una rielaborazione di essa. Il sonno-REM, dunque, ci prepara e ci rende più competenti nell’affrontare la realtà. Queste funzioni si sviluppano anche prima che si costituisca la capacità di sognare, che comparirebbe verso i 5-8 anni: l’esperienza soggettiva del sogno ne sarebbe dunque solo un epifenomeno, eventualmente anche privo di importanti significati psicologici in sé.

1 commento:

Pierangelo Garzia ha detto...

Ho conosciuto ed intervistato anni fa Allan Hobson (che, tra l'altro ha forti legami con il nostro Paese): indubbiamente il più geniale e creativo studioso contemporaneo di sonno e sogno. Sono giunto alle medesime conclusioni di Hobson riguardo alla fase Rem e al sogno, tanto da scriverne un articolo (in corso di pubblicazione) dal titolo "Il cervello virtuale".
Non solo il sonno e il sogno ci preparano al mondo reale generando "realtà virtuale endogena", ma lo stesso fanno tutte le arti e le attività di svago da millenni: dai dipinti dei nostri progenitori nelle grotte, al mito, religione, letteratura, teatro, musica, cinema, videogames, web e, appunto, realtà virtuale.
Non potremmo utilizzare tutto ciò, né tantomeno averlo ideato per il nostro diletto, se il nostro cervello non operasse sulla base qualcosa di simile agli attuali programmi di realtà virtuale.
Pierangelo Garzia